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L’IT monitoring ha come principale finalità il controllo proattivo delle prestazioni, dell’integrità e della disponibilità dei sistemi e della rete aziendale, preferibilmente da un’unica console centrale e remota da cui visualizzare eventuali allarmi. Deve inoltre consentire la visibilità completa dell’utilizzabilità e delle performance dei dispositivi connessi alla rete.

L’obiettivo dell’IT monitoring non consiste solo nell’allertare gli operatori IT – quando un server si arresta in modo anomalo, ad esempio – ma anche nel prevedere in modo intelligente i problemi e le criticità che possono incidere sulle prestazioni e ridurre l’efficienza dei servizi aziendali.

Solo un controllo automatizzato e tempestivo consente di attivare una risposta capace di risolvere le anomalie ancor prima che l’attività degli utenti subisca rallentamenti o interruzioni.

L’IT monitoring della postazione di lavoro (PDL) deve tenere conto della trasformazione organizzativa e del diffondersi di nuovi paradigmi lavorativi nella maggior parte delle aziende. Un cambio di passo accelerato dal contesto emergenziale di questi ultimi anni e destinato a consolidarsi: l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima, infatti, che in Italia i lavoratori attivi (almeno in parte) da remoto saranno 4,38 milioni.

L’affermarsi del lavoro agile e distribuito evolve l’idea di perimetro aziendale, ampliandolo e portandoci a ripensare il concetto di tempo, che si dilata ben oltre il tradizionale orario di lavoro. La conseguenza è la necessità di un IT monitoring da remoto e operativo h24.

Un ulteriore elemento di complessità deriva dalla necessità per l’IT monitoring, rivolto alla rete e alle applicazioni, di monitorare sia i sistemi on-premise sia quelli in cloud.

Alla luce di questi scenari, risulta chiaro come un IT monitoring efficace abbia un impatto positivo sul business, in termini di cost saving, riducendo i tempi di soluzione dei problemi, ma anche di employee engagement e customer experience, garantendo prestazioni in linea con le aspettative di collaboratori e clienti.

3 categorie di strumenti per l’IT monitoring

Per essere efficace, l’IT Monitoring dovrà spaziare dal rilevamento della disponibilità e delle prestazioni delle applicazioni aziendali alla gestione delle API (application programming interface); dalla verifica degli utenti, ad aspetti relativi alla sicurezza, rifacendosi a diverse discipline come l’Operation Intelligence (OI) e il Security Orchestration Automation and Response (SOAR), l’IT Operation e il Secutity Information and Event management (ITOM e SIEM).

Per abilitare un approccio proattivo, l’IT infrastructure monitoring deve avvalersi di strumenti che possono essere classificati in tre categorie:

  1. osservazione, quando forniscono indicazioni sull’efficacia operativa di hardware, software e servizi;
  1. analisi, nel momento in cui esaminano i dati per determinare le cause di un problema e quando consentono di prevedere possibili interruzioni e malfunzionamenti basandosi su dati rilevati e storici, grazie all’impiego di tecnologie AIOps (Artificial Intelligence for IT Operations);
  1. coinvolgimento, ovvero strumenti che si focalizzano sui risultati ottenuti nelle fasi precedenti sia per mettere in allerta il responsabile del processo in caso di anomalia, sia per compiere in automatico azioni di ripristino del sistema coinvolto.

Il partner ideale per l’IT monitoring

Integrare l’IT monitoring nell’intero ecosistema aziendale permette un miglioramento significativo delle operations: si assiste così a un potenziamento di diversi parametri, non focalizzandosi solo sulla semplice disponibilità del servizio – seppur fondamentale -, ma anche sulla garanzia di prestazioni elevate atte a incrementare la redditività complessiva dell’azienda.

Tuttavia, per monitorare infrastrutture IT e modelli di servizio sempre più complessi, i responsabili IT devono ricorrere a sistemi oltremodo sofisticati. Per questo, il principale freno all’implementazione dell’IT monitoring risulta la carenza di risorse umane in grado di svolgere le attività di monitoraggio, sia perché oberate di lavoro, sia perché prive di una formazione adeguata. Il problema può però essere superato individuando un partner con elevate competenze ed esperienza, con cui condividere le esigenze dell’azienda e a cui affidare l’IT monitoring.

Va tenuto presente che, soprattutto per il monitoraggio del PDL e la risoluzione tempestiva dei relativi problemi, è fondamentale la disponibilità di servizi Service Desk e Customer Care e la possibilità di contare su un approccio proattivo, da remoto e operativo h24.

Solo in questo modo vengono garantiti servizi di IT monitoring efficaci e proattivi, che assicurano la continuità delle attività, mentre le risorse IT potranno dedicarsi ad attività orientate alle esigenze di business.