Il tempo in cui ci ritroviamo a vivere ha smesso di essere semplicemente incerto: si connota per essere estremamente fragile, incomprensibile e guidato dall’ansia.
Negli ultimi decenni sono due gli acronimi che hanno guidato le riflessioni accademiche su mondo del lavoro, management e leadership: VUCA e BANI.
Sul finire degli anni 80’, gli economisti e professori universitari Warren Bennis e Burt Nanus, coniarono l’acronimo “VUCA” (Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity)[1] per descrivere il contesto e, di conseguenza, le sfide poste alla leadership da vari fattori esterni subentrati a causa della Guerra Fredda. Il modello VUCA, nato in ambito militare e poi diventato popolare nel mondo del business nel 2000, è stato da allora utilizzato per delineare strategie e modelli di leadership in un mondo caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità ed ambiguità.
Tale paradigma ha, però, perso di efficacia descrittiva a seguito di pandemie, crisi geopolitiche ed accelerazioni tecnologiche.
Nel 2020, in piena pandemia COVID, l’antropologo americano Jamais Cascio nomina il futuro secondo un nuovo modello, che descrive come “BANI” (Brittle, Anxious, Non-linear, Incomprehensible)[2], con l’intento di accendere i riflettori sugli effetti su persone e organizzazioni dei fattori in precedenza delineati dal modello VUCA.
La realtà BANI si caratterizza per:
- Brittleness (fragilità) – intesa come vulnerabilità di strutture e sistemi, messa in luce da più eventi negli ultimi anni;
- Anxiety (ansia) – intesa come stress e ansia generati su persone (e sui leader stessi) dall’incertezza costante;
- Non-linearity (non linearità) – si fa riferimento alle conseguenze delle decisioni intraprese, che spesso generano effetti non lineari e, dunque, impatti imprevedibili;
- Incomprehensibility (incomprensibilità) – aspetto legato alla difficoltà di comprendere e prevedere l’impatto di situazioni ed eventi a causa dei cambiamenti rapidi che travolgono le organizzazioni.
Il paradigma BANI evidenzia la necessità di un cambio nel modo di pensare, che si adatti ai tempi e che orienti la leadership e, di conseguenza, le organizzazioni verso lo sviluppo di un approccio guidato da:
resilienza nell’adattarsi ai cambiamenti, generandone opportunità, formazione continua (in particolare, mirata al rafforzamento delle soft skills), capacità di saper leggere ed utilizzare la grande mole di dati generati e, dunque, necessità di sviluppo di capacità analitiche, promozione di una cultura inclusiva e di supporto, tale da favorire il benessere organizzativo, contrastando l’ansia legata all’incertezza, sviluppo di un mindset agile e adattivo, in grado di rispondere rapidamente ad eventi imprevisti.
Come ben espresso da Cascio, in un contesto BANI, non esistono soluzioni efficaci in senso assoluto, ma tentativi di risposta[3] .
Fragile è il mondo e lo deve essere anche la leadership…
In un contesto BANI , il modello di leadership “eroica” (razionale e strategica) tipico della realtà VUCA appare ormai anacronistico: la leadership ideale per la Generazione Z e per quelle successive è adattiva, distribuita e persino vulnerabile: i leader non appaiono come detentori indiscussi del sapere, ma come facilitatori che incarnino coerenza tra valori ed azioni, senza pretendere controllo.
Mentre VUCA rappresentava la sfida di un mondo in movimento, BANI rappresenta la sfida in un mondo in frantumi.
La Generazione Z non ricerca leader invincibili e solitari, ma umani ed in grado di creare ed alimentare reti di fiducia, si tratta di una Generazione che respinge fortemente la retorica della sicurezza e dell’autorità e che predilige un leader che sappia mettersi in discussione, condividere responsabilità, creare relazioni orizzontali, nell’ottica di una co-creazione basata su coerenza ed umiltà.
In questo senso, la leadership BANI diviene una necessità evolutiva: se il mondo è fragile, la leadership non può più essere dura, se il tempo non è lineare e l’ansia è sistemica, il leader deve saper essere parte del cambiamento, supportando la propria squadra nell’ abbracciare la trasparenza anche nella vulnerabilità.
La leadership BANI non è debolezza: è lucidità nel caos ed è l’unica a parlare la lingua delle generazioni future.
Realizzato da
Melania Prisco, HR Business Partner
[1] L’acronimo fu proposto all’interno del manuale “Leaders: The Strategies for Taking Charge”- Harper & Row, 1986
[2] L’acronimo è comparso per la prima volta in un articolo su Medium intitolato “Facing the Age of Chaos” – James Cascio, 2020
[3] Almeno a livello superficiale, i componenti dell’acronimo potrebbero persino suggerire opportunità di risposta: la fragilità potrebbe essere soddisfatta dalla resilienza e dall’allentamento; l’ansia può essere alleviata dall’empatia e dalla consapevolezza; la non linearità richiederebbe contesto e flessibilità; l’incomprensibilità richiede trasparenza e intuito. Queste potrebbero essere più reazioni che soluzioni, ma suggeriscono la possibilità che si possano trovare delle risposte. […] È qualcosa che potrebbe aver bisogno di un nuovo linguaggio per essere descritto. È qualcosa che richiederà sicuramente un nuovo modo di pensare da esplorare.”- “Facing the Age of Chaos” – James Cascio, 2020